La quinta del Sarto, work is over – il progetto: Ferrario Freres e il Moroni

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La quinta del Sarto, work is over – il progetto: Ferrario Freres e il Moroni

“La quinta del Sarto, work is over”  e il Sarto di Giovan Battista Moroni

Il progetto “La quinta del Sarto, work is over” dei Ferrario Freres fa riferimento a una fantasiosa casa in cui il personaggio di un ipotetico racconto, “Congetture sulla collezione del Sarto”, aveva collocato la sua piccola collezione di opere del Moroni. Il richiamo è alla Quinta del Sordo, la casa in cui Goya dipinse a olio su muro le sue celebri pitture nere (oggi visibili al Museo del Prado a Madrid).

Nel racconto, usato come trama dell’opera, si sviluppano supposizioni basate su ricerche radiografiche antiche. Secondo uno studioso, il quadro scoperto sotto un dipinto di un minore del Cinquecento, era una variante del ritratto virile eseguito più tardi; per la presenza di alcune opere del Moroni sullo sfondo, si suppone che il personaggio fosse stato ritratto in età più avanzata e, molto probabilmente, fosse lui stesso un collezionista delle opere del Moroni. Il gioco artistico si dipana sull’identità del personaggio ritratto e sulle congetture sopra i quadri appesi alla parete di fondo che apparivano in una prima versione del dipinto de “Il sarto” e che, nella versione finale, sarebbero stati eliminati.

Sulla base di queste congetture Ferrario Freres ha progettato e eseguito una doppia opera in cui si recupera l’impianto originale del Sarto costruendo il ritratto di un personaggio contemporaneo della città di Bergamo, con un’ attività basata sulla creazione e la commercializzazione di tessuti pregiati.

La mostra “La quinta del Sarto, work is over” propone nella Galleria d’Arte Zanni di Bergamo, in via S.Caterina 22/24, dal 25 febbraio e fino a sabato 12 marzo, 2 nuove opere di piccolo formato che concludono “La quinta del Sarto”: una variante del ritratto del Sarto che presenta un “mercante” odierno di tessuti preziosi del nostro territorio (Nicola Scaglione) e una radiografia del dipinto stesso, oltre a l’elaborazione de il ritratto di bambina di Casa Redetti, il ritratto di Isotta Brembati Grumelli e il Battesimo del Cristo, esposti nel salone d’ingresso dell’Accademia Carrara, a Palazzo Moroni e al Museo Bernaggi di Bergamo fino al 28 febbraio. Nella Galleria è depositato anche il racconto “Congetture sulla collezione del Sarto” da cui è partita l’operazione dei Ferrario Freres e altre opere significative di questo percorso che rendono omaggio a Palma il Vecchio e Courbert.

Orari: da lunedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Aperto negli stessi orari anche domenica 28 febbraio.