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2013

CONDOMBLE'

L’opera proposta fa parte di un lavoro che si situa all’interno di un percorso all’interno dell’antropologia dei culti nelle regioni sudamericane.
Uno dei culti di riferimento per il lavoro è quello del Condomblé dei Cablocos che si sviluppò in Brasile dalle conoscenze dei sacerdoti e delle sacerdotesse africani giunti nel Nuovo Mondo come schiavi. I missionari cattolici fecero il loro lavoro di conversione sulle masse in schiavitù e il risultato fu una commistione sincretica dei culti cattolici e africani. I culti degli avi aficani vennero tenuti vivi celandoli alla cultura dominante. Il miglior modo per celarli fu quello di rivestirli dell’esteriorità del culto dei santi cattolici.
Fu in questo periodo che il culto degli Orixà venne associato a quello dei santi cattolici, per cui ancora oggi a ciascuna delle divinità del Candomblé corrisponde una figura del culto cristiano.
Quando gli ex-schiavi si ritrovarono liberi dall’oppressione del cattolicesimo formarono nuovi gruppi di culti, spesso organizzati in irmandades (“confraternite”).
Il lavoro di ricerca si rivolge all’apparenza estetica con cui vengono rese queste figure chiave di questi culti. Per ogni divinità o figura di santo vengono utilizzate delle modalità di rappresentazione che uniscono atteggiamenti, posizioni, le vesti e gli oggetti di corredo.
L’apparenza risulta sempre un derivato delle modalità di rappresentazione naif, quelle che per noi occidentali sono riconducibili ai grandi raduni profani come le sfilate, le feste popolari, le sfilate delle scuole di samba e la capoeira.

L’OPERA
Una delle immagini proposta è quella di La tradizione narra che Yemaja sia nata dalla spuma del mare ,la sua figura si può far corrispondere a quella generale della “Grande Madre”, propria di numerose tradizioni.
Le sono associati i colori bianco e blu e il sabato; nei sincretismi viene identificata con la Vergine della Regola. I suoi fedeli, prima di pronunciare il suo nome, devono toccare con i polpastrelli la polvere della terra.
Tra i suoi attributi vi sono la luna e il sole, l’ancora, il salvagente, le scialuppe. Veste abitualmente con una lunga veste azzurra con serpentine simboleggianti il mare e la spuma e regge un ventaglio adornato con conchiglie.
Dea madre e patrona delle donne, specialmente di quelle in gravidanza, è patrona anche del fiume
Yemaja è la dea dell’Oceano e dea patrona dei sopravvissuti ai naufragi.

MATERIALI
Stampa digitale su carta cotone Canson fine art con pigmenti a lunga durata 100 x 70 cm, cornice vetro e legno

The proposed artwork is part of a project situated within a journey through the anthropology of cults in South American regions.

One of the reference cults for this work is that of Condomblé of the Cablocos, which developed in Brazil from the knowledge of African priests and priestesses who arrived in the New World as slaves. Catholic missionaries carried out their conversion work on the enslaved masses, resulting in a syncretic blend of Catholic and African cults. The cults of African ancestors were kept alive by hiding them from the dominant culture. The best way to conceal them was to clothe them in the externality of Catholic saint worship.

During this period, the cult of the Orixà was associated with that of Catholic saints, so that even today, each deity of Candomblé corresponds to a figure of Christian worship. When former slaves found themselves free from the oppression of Catholicism, they formed new cult groups, often organized in brotherhoods (“confraternities”).

The research focuses on the aesthetic appearance with which these key figures of these cults are represented. For each deity or saintly figure, representation methods are used that combine attitudes, positions, clothing, and accompanying objects. The appearance always results from naive representation methods, those which for us Westerners are attributable to large profane gatherings such as parades, folk festivals, samba school processions, and capoeira.

THE ARTWORK
One of the proposed images is that of Yemaja. Tradition tells that Yemaja was born from the foam of the sea, and her figure can be compared to the general one of the “Great Mother,” found in numerous traditions. She is associated with the colors white and blue and the day Saturday; in syncretisms, she is identified with the Virgin of the Rule. Her devotees, before pronouncing her name, must touch the earth’s dust with their fingertips. Among her attributes are the moon and the sun, the anchor, the lifebuoy, and lifeboats. She usually wears a long blue dress with serpentine designs symbolizing the sea and foam and holds a fan adorned with shells. As a mother goddess and patroness of women, especially those in pregnancy, she is also the patroness of the river. Yemaja is the goddess of the ocean and the patroness of survivors of shipwrecks.

MATERIALS
Digital print on Canson fine art cotton paper with long-lasting pigments, 100 x 70 cm, glass and wood frame.