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ANCHE IL CIELO STELLATO FINIRà

Nella galleria Arte Giappone è in programmazione dal 28 gennaio 2003 al 15 febbraio ( 14.00 – 19.00) una mostra che riunisce i lavori di un artista orafo Giampaolo Giardina e dei Ferrario Frères, anche questa volta il punto di contatto tra i due consiste nell’utilizzo delle pietre dure come materia prima per i nuovi lavori.

At the Arte Giappone gallery, from January 28, 2003, to February 15 (14:00 – 19:00), an exhibition is scheduled featuring the works of goldsmith artist Giampaolo Giardina and the Ferrario Frères. Once again, the common ground between the two lies in the use of gemstones as the raw material for their new works.

ARTISTA:Giampaolo Giardina
OPERA: Zoolithica
ANNO : 2003

Il lavoro presentato deriva dalla concentrazione dell’artista sul microcosmo animale fissato nelle forme della materia minerale di cui è continua la ricerca di possibilità offerte da ogni singolo materiale:Dai cristalli di quarzo, all’oro ai coralli all’agata, fino a toccare acquamarine, corniole,diaspro e berillio per finire con diamanti e comunissime sabbie marine e legno. In ogni gioiello è imprigionato un microcosmo, animali nei loro ambienti, dei piccoli diorami da indossare animati da riflessi, rifrazioni, colori cangianti e superfici che a seconda della visuale catturano o riflettono la luce oppure la rendono più morbida o più aspra.

ARTISTA:Ferrariofreres
OPERA: Anche il cielo stellato finirà
ANNO : 2003
L’esposizione è il risultato di un lavoro che ha richiesto mesi di preparazione e si è realizzato nell’arco di un anno solare, il risultato prende forma in materiale documentativo e in dodici immagini del cielo intrappolate in blocchi di minerali diversi quali salgemma, zolfo, calcite, ametista, fluorite,quarzo e così via. Il lavoro è stato progettato in forma di itinerario di dodici tappe in altrettanti luoghi della Terra scelti in base a precise caratteristiche che ne fanno, secondo le dottrine divinatorie che scrutano le pietre e gli astri, dei luoghi in cui il cielo si unisce alla terra e amplifica le capacità generatrici dell’uno e dell’altra.
In questi vortici che uniscono l’oscurità ipogea a quella siderale, secondo i libri sapienzali è dato scrutare l’immagine del proprio fato.
Definite le dodici località, si è scelto di intrappolare l’immagine del cielo, in cui è fissato il destino di tutti gli umani possibili, nel reticolo cristallino di un minerale.
La modalità di memorizzazione dell’immagine è quella relativa alla tecnica fotografica, e per evidenziare il passaggio diretto dal Cielo alla Terra si è scelto di utilizzare la più arcaica delle tecniche fotografiche e di conseguenza di far diventare il blocco di minerale prescelto una camera obscura. Il modo ottimale per usare un blocco minerale come apparecchio per fotografare è quello di dotarlo di una cavità a tenuta di luce e di un foro stenopeico, così è stato ogni blocco di minerale esposto nella galleria è servito per fotografare il cielo di uno dei dodici luoghi scelti e serve per osservare l’immagine di quel cielo.
In questo modo si è ottenuto che l’immagine rimanga intrappolata nella pietra.

I luoghi prescelti per questa operazione hanno come caratteristica di essere esenti da inquinamento luminoso per avere l’immagine più nitida del cielo, inoltre per mantenere il più alto grado di visibilitùà degli oggetti celesti si è scelto come giorno di ripresa quello della luna nuova.
Ogni cielo ha un suo mese, ogni mese un segno dello zodiaco, ogni segno la sua pietra un logico arrivo di questa genealogia è che ogni uomo ha il suo destino.
Il primo luogo raggiunto è stato il cratere del vulcano del Teide oltre i duemila metri nelle Canarie il cui cielo è stato intrappolato in un blocco di salgemma, l’ ultimo luogo sarà l’Etna il cui cielo sarà riprodotto in un blocco di materiale lavico che appare in fotografia.

Il lavoro è originato dalla lettura di alcuni passi della Varia dottrina di Psello.

At the Arte Giappone gallery, from January 28, 2003, to February 15 (14:00 – 19:00), an exhibition is scheduled featuring the works of goldsmith artist Giampaolo Giardina and the Ferrario Frères. Once again, the common ground between the two lies in the use of gemstones as the raw material for their new works.

ARTIST: Giampaolo Giardina
WORK: Zoolithica
YEAR: 2003

The presented work stems from the artist’s focus on the animal microcosm fixed in the forms of mineral matter, continuously exploring the possibilities offered by each individual material: from quartz crystals, gold, corals, and agate to aquamarines, carnelians, jasper, and beryl, ending with diamonds and common marine sands and wood. Each piece of jewelry captures a microcosm, animals in their environments, small dioramas to be worn animated by reflections, refractions, changing colors, and surfaces that, depending on the perspective, capture or reflect light, making it softer or harsher.

ARTIST: Ferrario Frères
WORK: Even the Starry Sky Will End
YEAR: 2003

The exhibition is the result of months of preparation and was realized over the course of a solar year. The result takes the form of documentary material and twelve images of the sky trapped in blocks of various minerals such as halite, sulfur, calcite, amethyst, fluorite, quartz, and so on. The work was designed as a twelve-stop itinerary in as many locations on Earth chosen based on specific characteristics that, according to divinatory doctrines that scrutinize stones and stars, make them places where the sky merges with the earth and amplifies the generative capabilities of both. In these vortices that unite the subterranean darkness with the stellar, according to the wisdom books, one can scrutinize the image of their own destiny. Once the twelve locations were defined, it was chosen to trap the image of the sky, where the destiny of all possible humans is fixed, in the crystalline lattice of a mineral. The method of storing the image is related to photographic technique, and to highlight the direct passage from the sky to the earth, it was chosen to use the most archaic of photographic techniques, thus making the chosen mineral block a pinhole camera. The optimal way to use a mineral block as a camera to photograph is to equip it with a light-sealed cavity and a pinhole, so each mineral block exhibited in the gallery served to photograph the sky of one of the twelve chosen locations and to observe the image of that sky. This way, the image remains trapped in the stone.

The locations chosen for this operation have the characteristic of being free from light pollution to have the clearest image of the sky. Additionally, to maintain the highest degree of visibility of celestial objects, the day of shooting chosen was that of the new moon. Each sky has its month, each month a zodiac sign, each sign its stone, logically resulting in the genealogy that every man has his destiny. The first location reached was the crater of the Teide volcano over two thousand meters in the Canary Islands, whose sky was trapped in a block of halite; the last location will be Mount Etna, whose sky will be reproduced in a block of volcanic material that appears in the photograph.

The work originated from reading passages from Psello’s Varia Doctrina.