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Close-up

Ferrario Frères partecipa alla mostra collettiva Close-Up , aperta nell’ex Carcere giudiziario – celle dell’ala femminile –  di via Sant’Agata 21 a Bergamo Alta , dal 28 ottobre al 4 novembre 2015.

Obiettivo di Close-up  è avvicinare il lavoro di cinque artisti, dalle attitudini molto diverse tra loro, a un contesto fortemente connotato e con una funzione sociale riconosciuta nel tessuto urbano della città fino alla sua chiusura nel 1978.

La tecnica del Close-up è utilizzata nel cinema e nella fotografia per mostrare dei dettagli, portare in primo piano, stringere l’inquadratura così da mettere in evidenza un soggetto, dei movimenti, un oggetto. La scelta di reiterarla per molto tempo in una sequenza filmica riduce la possibilità di una visione più ampia e può perciò creare uno spaesamento nello spettatore. 

Close-up, allegoria della correzione racconta dunque la condizione di smarrimento che si prova dal momento in cui ci si avvicina sempre più alle cose, quando si entra al centro delle questioni tanto da farne emergere in superficie i paradossi. La mostra è eterogenea, sia nell’uso dei materiali che negli intenti dei linguaggi impiegati (disegni, suoni, video, oggetti, azioni), gli interventi se pur diversi tra loro appartengono alla dimensione dell’appunto, manifesti tra le macerie e la polvere di un sistema collassato su se stesso. 

Ferrari Frères  implementa un network fra detenuti di penitenziari sparsi per tutta la Penisola attraverso l’uso della mail art, documentato da un’installazione e da un video.

Giovanni Bianchi mette a punto un’installazione partendo da documenti originali con cui mette in evidenzia i cortocircuiti tra spazio vitale e desiderio indotto di un bene di consumo.

Gianluca Codeghini interviene con un frammento sonoro con cui distorce la realtà e se stesso.

Carlo Dell’Acqua proietta su una parete di una cella un’immagine video di un oggetto sincopato.

Francesco Parimbelli installa disegni in grafite che evocano relitti di naufragi e invitano alle immersioni negli anfratti più reconditi della soggettività.

Ferrario Frères participates in the collective exhibition “Close-Up,” open in the former judicial prison – cells of the women’s wing – at Via Sant’Agata 21 in Bergamo Alta, from October 28 to November 4, 2015.

The objective of Close-Up is to bring the work of five artists, with very different attitudes, to a context strongly marked and with a recognized social function in the urban fabric of the city until its closure in 1978.

The Close-Up technique is used in cinema and photography to show details, bring subjects into focus, narrow the frame to highlight a subject, movements, or an object. Choosing to repeat it for a long time in a film sequence reduces the possibility of a broader view and can create disorientation in the viewer.

Close-Up, an allegory of correction, thus tells the condition of disorientation experienced as one gets closer to things, entering the center of issues to bring their paradoxes to the surface. The exhibition is heterogeneous, both in the use of materials and in the intentions of the employed languages (drawings, sounds, videos, objects, actions). The interventions, though different, belong to the dimension of the note, manifestos amid the ruins and dust of a system collapsed upon itself.

Ferrari Frères implements a network among inmates of prisons scattered throughout the peninsula through the use of mail art, documented by an installation and a video.

Giovanni Bianchi develops an installation using original documents to highlight the short circuits between vital space and the induced desire for a consumer good.

Gianluca Codeghini intervenes with a sound fragment that distorts reality and himself.

Carlo Dell’Acqua projects a video image of a syncopated object onto a cell wall.

Francesco Parimbelli installs graphite drawings that evoke wreckage from shipwrecks and invite immersion into the most hidden recesses of subjectivity.