2016
UBI MAJOR
L’opera proposta ha come tema il paesaggio urbano e fa parte di una serie di lavori in cui la città di Bergamo diventa oggetto di una serie di variazioni in cui gli edifici, caratterizzanti il tessuto urbano, vengono usati ogni volta diversamente, con la modulazione di luci, tonalità e punti di vista, per creare visioni molteplici della città.
Il risultato sembra riflettere i diversi stati d’animo con cui chi conosce e vive la città vi si accosta influenzato dal suo vissuto, dalla sua storia e dalle sue suggestioni.
In questa immagine gli edifici sono accumulati per ordire la trama superficiale di una torre che si sviluppa in verticale perdendosi tra le nubi di una giornata che volge al sereno.
Questa visione dinamica e rapsodica di una città in cui accostamenti non armonici incrementano la tensione dello sguardo ha come contrappunto il formicolare d’umanità che riempie gli spazi urbani: multiforme, colorata, di razze ed etnie diverse, intenta nei propri commerci e nel proprio lavoro per far crescere la città.
L’idea nasce dall’immagine di un graffito, ormai cancellato, apparso su un muro della periferia.
MATERIALI
Stampa digitale su carta cotone con pigmenti fine art, vetro cornice in essenza di cedro.
The proposed work has the urban landscape as its theme and is part of a series of pieces in which the city of Bergamo becomes the subject of various variations. In these variations, the buildings that characterize the urban fabric are used in different ways each time, with the modulation of lights, tones, and perspectives to create multiple visions of the city.
The result seems to reflect the different moods with which those who know and live in the city approach it, influenced by their experiences, its history, and its suggestions. In this image, the buildings are stacked to weave the superficial texture of a tower that develops vertically, disappearing into the clouds of a day turning towards serenity.
This dynamic and rhapsodic vision of a city where non-harmonious juxtapositions increase the tension of the gaze is counterpointed by the teeming humanity that fills the urban spaces: diverse, colorful, of different races and ethnicities, engaged in their trades and work to make the city thrive.
The idea originates from the image of a graffiti, now erased, that appeared on a wall in the outskirts.
MATERIALS
Digital print on cotton paper with fine art pigments, framed with cedar wood glass.